La scuola non serve a niente e studiare non serve a nulla | Cervelliamo
Ho la strana sensazione di aver passato la mia vita a fare quello che gli altri volevano che io facessi, senza mai fare quello che io volevo.Ed ho la sensazione che uno dei tanti colpevoli di questa sodomizzazione esistenziale sia il sistema scuola intenso nel suo intero insieme.Detta in parole povere, ho dovuto fare fino a quando sono stato uno "scolaro", tutto quello che dicevano quelli che erano seduti in cattedra, quando lo dicevano loro e come lo dicevano loro (alla Giucas Casella in pratica: "quando lo diro' io").Ho passato vent'anni della mia vita stando seduto su una sedia ad ascoltare le menate di una serie di tizi che del mondo non conoscono altro che una catasta di libri.In termini piu' chiari, sono stato istruito sul mondo da chi, del mondo, conosce solo della carta macchiata d'inchiostro.La mia percezione del mondo é stata formata, quindi, da uno che, in virtu' del fatto di aver letto dei libri, puo' stare seduto su una cattedra, a dettare il bello e il cattivo tempo su quei poveri cristi chiamati studenti. Siamo al paradosso dell'assurdo, in pratica.E dire che ci sono tante cose che non capisco. Ad esempio, non ho mai capito il motivo per cui Umberto Bossi, un uomo che fino a quarant'anni si é fatto mantenere dalle mogli (di cui una siciliana), e dopo i quaranta dallo Stato, sieda al governo, senza aver mai fatto nessuna delle cose che propaganda da 25 anni a questa parte.Non ho mai capito, ancora, perché Cuffaro, dimessosi da presidente della regione Sicilia in quanto condannato in primo grado a cinque anni per favoreggiamento a esponenti mafiosi, si sia ricandidato come se nulla fosse al senato venendo, anche in questo caso come se nulla fosse, trnquillamente eletto, senza che nessuno battesse ciglio.Ma, mentre per Bossi e Cuffato una risposta l'ho trovata (hanno fatto della demagogia, del populismo e dell'intrallazzo, a seconda dei casi nordico o siculo, una loro carta vincente), sul sistema scuola continuo a non capire.Perché studiare? Si, perché studiare?Sono sempre più convinto dell'idea che la scuola concorra a ditruggere l'individuo.Ricordo, per iniziare, gli anni passati all'asilo. Si puo' sapere cosa deve fare un bambino di tre anni all'asilo? Non mi hanno insegnato né a leggere, né a scrivere, né a far di conto. Sono sottostato alle regole dittatoriali di vecchie zitellone che passeranno alla storia per la loro folta barba naturale e per usare gli schiaffi al posto delle parole.Alle elementari mi sono dovuto sorbire per cinque anni le seghe mentali e i metodi di insegnamentoo di chi aveva in più dell'italiano medio un diploma magistrale.Ora, non per essere pedante, ma quali metodi di insegnamento puo' aver dato un diploma magistrale preso a Canicatti' o Caltanissetta 30-40 anni fa?E chi mi garantisce che le conoscenze apprese da questi maestri 30-40 anni fa siano ancora oggi attuali?Alle medie il discorso non cambia. Anzi, peggio. Ho avuto un'insegnante di matematica laureata in biologia. Ma che senso ha? Senso logico nessuno, ma legale, ai sensi dello Stato, tutto. Fino a pochi anni fa, chiunque uscito da una facoltà scientifica poteva insegnare matematica nelle scuole dell'obbligo, e viceversa. Ma perché? Cosa ne puo' sapere un laureato in matematica della fotosintesi clorofilliana o del sistema solare o dei cromosomi? Che cosa puo' insegnare ai ragazzi che ha in carico? La risposta, quella logica, non c'é, ma quella pratica eccome se c'é: la scuola, dal 68 ad oggi, é sempre stata utilizzata come un ammortizzatore sociale, facendoci entrare cani e porci. E chi ci entrava doveva lavorare per un ridicolo tempo di 18 ore massime a settimana. Cio' a dire che dove in realtà sarebbe bastato un insegnante (come funzionava prima del '68), lo Stato gliene ha messi tre. Con le tasse di tutti abbiamo mantenuto il 66% di insegnanti in più del necessario.Con questi soldi si potevano fare strade, infrastrutture, il ponte sullo Stretto, fognature e via discorrendo. Con gli stipendi necessari a pagare questo surplus di insegnanti ci siamo bruciati i soldi per costruire il vero futuro di una nazione che vuole definirsi industriale. Quella logica dei sussidi a pioggia non ha fatto altro che scavare la fossa alle generazioni di oggi.E, come se non bastasse, tutti pronti a lamentarsi che gli insegnanti guadagnano poco. Ma quanto vorrebbero prendere questi "ammortizzati sociali" per 72 ore di lavoro al mese? E non mi vengano a dire che loro fanno i ricevimenti dei genitori e correggono i compiti a casa e che stare seduto in cattedra é un lavoro stressante che non si puo' fare per tutto il giorno. Li vorrei vedere a fare gli operai in fabbrica, questi tipi che si lamentano e fanno tanto i sapientoni. O a fare i cassieri, 8 ore al giorno. Ma poi, tutti sti maestrini afflitti dal troppo lavoro non si lamentano affatto quando fanno il doppio lavoro nei loro studi professionali e quando impartiscono lezioni private. Ma questo pero' non lo dicono. Anche perché le lezioni private le fanno a nero.Si, le lezioni private, quell'eterno gioco a scarica barile per cui una prestazione che dovrebbe essere gratuita, ossia l'insegnamento, diventa privata: bisogna farsi istruire pagando. Gli stessi professori che a lezione dicono quattro cose precise, quando spiegano, il pomeriggio quando si fanno pagare 25-30 euro a ora, si mettono d'impegno facendo capire i meccanismi della materia al povero studentello da spennare. Ma perché non lo fanno quando sono in classe questo lavoro? Perché non si mettono d'impegno a spiegare la mattina, quando sono pagati dallo Stato, e non il pomeriggio, quando prendono soldi a nero dalle famiglie? Ma non si vergognano?E quando si fanno i due mesi di luglio e agosto a casa, stipendiati, senza fare nulla, non ci pensano a tutte le altre persone normali che si devono alzare la mattina per andarsene a lavorare?La verità é che loro cercano di sfruttare il più possibile il sistema scuola, che é un sistema che si auto riproduce da solo: non ha nessuna utilità lavorativa sapere il latino o fare calcoli astrusi di matematica. L'unica loro utilità è, per l'appunto quella di essere una valida merce di scambio per le lezioni private; tu mi paghi e io ti spiego cose che non ti serviranno mai nella vita, ma siccome se non le sai a scuola non passi, sei obbligato a capirle, e siccome a scuola il professore pubblico non te le spiega perché altrimenti farebbe del male a me che sono un suo collega e togliendomi dei facili guadagni, devi per forza venire da me, e io faro' lo stesso con i miei studenti, non spiegando in classe obbligandoli cosi' ad andare dal moi collega, rendendogli il favore. É la stesso circolo vizioso che si ripete.Quello stesso circolo vizioso che si ripresenta al momento degli acquisti dei libri per il nuovo anno scolastico. Hai voglia di dire che l'istruzione dell'obbligo é gratuita. La realtà dei fatti é che a partire dalle medie i libri si pagano cari e amari. Edizioni che cambiano di anno in anno, con il solo fine di impedire il commercio di libri usati, l'obbligo di acquistare il libro imposto dal professore di turno, come se l'italiano, la filosofia, la matematica non fossero sempre uguali al di là del libro su cui si studia. Certo, fino alle elementari non ho dovuto uscire soldi per i libri. Magra consolazione, visto che che ho finito le elementari nel 1994 e ancora nel sussidiario risultava la Jugoslavia unita e la Germania separata. É come se ci fossero due pesi e due misure. Quando i soldi li esce lo Stato, viene usato il contagocce dei farmacisti, e un libro é buono per 5-10 anni. Quando i soldi spetta uscirli alle singole famiglie, ecco una lista di libri che non finisce mai e che cambia ogni santo anno.Ma, per quella stessa logica per cui al 27 ogni fine mese ci arrivo, al momento di lavorare, di darsi da fare, tutti cadono in letargo: nessuno arriva mai a finire il programma obbligatorio per legge.Un caso su tutti, la storia: sia alle medie, che alle superiori che all'università mi sono fermato alla seconda guerra mondiale, cio' a dire Mussolini e Hitler. Poi il nulla. Nessuno mi ha detto chi era Kennedy, Craxi, (ma in questo caso non ho perso nulla), Gorbaciov, le brigate rosse e via discorrendo. Sono uscito dal mondo dell'istruzione senza sapere nulla di tangentopoli, del sistema politico italiano, del fatto che dopo 150 anni di unità d'Italia siamo ancora profondamente disuniti.Tutto si ferma al fscismo e al nazismo. E ancora dopo settant'anni a parlare delle SS e delle camice nere. Va bene conoscere il fenomeno, giustissimo e doveroso. Ma poi andiamo avanti.Un altro problema é che avanti, per il ministro della pubblica istruzione, si ci va, eccome se ci si va. Ma solamente nel chiuso del suo palazzo: ad esempio, io mi sono fatto cinque anni di liceo senza aver toccato un solo computer. Ovviamente, all'esame di Stato di maturità, mi esce il tema su internet. Paradossalmente, se nei cinque anni precedenti non fossi andato a scuola, ne avrei saputo molto di piu' su cosa scrivere per il tema, dato che avrei avuto un sacco di tempo libero per smanettare sulla rete.Ma agli insegnanti che gliene frega? L'importante é andare al ricevimento dei genitori dicendo che il loro figlio va male, mostrando al padre e alla madre la versione di latino piena di errori. Tanto l'insegnante lo sa che i genitori sono operai e il latino non lo sanno, e puo' utilizzare la matita rossa liberamente, senza nessuno che puo dirgli nulla.Nulla, perché diciamo bene le cose: se noi andiamo a lavorare nelle fabbriche o nei cantieri o nelle aziende private, se non produciamo e non sputiamo sangue i padroni ci sbattono fuori a calci in culo.Ma gli insegnanti? Una volta entrati nella scuola, non li sbatte fuori più nessuno.Chi mi dice che loro sanno insegnare? Chi mi dice che fanno bene il loro lavoro? Chi li controlla? E, soprattutto, perché quello che dicono loro é giusto e i loro studenti, quando li criticano, dicono solo fesserie?
Tratto da Cervelliamo,
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